
Mi sento sbagliato! Come imparare ad accettare l’unicità dell’altro per vivere una vita serena e soddisfacente.
Accettare l’unicità dell’altro e rivendicare il diritto di essere autentici sono le due facce della stessa moneta. In ballo ci sono due aspetti fondamentali per vivere una vita serena e soddisfacente. Mi riferisco al diritto di ognuno di noi di poter esprimere se stesso senza la paura di essere giudicato o rimproverato e l’esigenza di imparare a manifestare la propria opinione senza prevaricare l’altro.
Ho assistito ad una scena abbastanza comune: ero in coda alla cassa e osservavo una coppia prima di me. Lui incontra un collega e lo saluta, dialogano qualche istante e si congedano. Sono bastati quei pochi secondi per far scattare il rimprovero stizzito di lei: “perché gli ha detto così? sei stato troppo gentile! sei sempre così disponibile, ti fai prendere in giro da tutti”.
Lui ha abbassato lo sguardo e si è arreso ai rimproveri, senza controbattere, come probabilmente ha fatto altre mille volte in occasioni simili. E come farà altre tante volte in futuro.
Ho pensato alle pressioni che lui sente ogni volta che incontra qualcuno in presenza di lei. Chissà come sta la sua autostima?
Mi capita spesso di lavorare con persone che non accettano le idee, le opinioni e i modi di affrontare la vita degli altri. Trovano sbagliato, spesso inopportuno, il modo di relazionarsi di chi gli sta accanto.
Hanno da ridire su quasi tutto: il modo di parlare, di pensare, il modo di affrontare le difficoltà o il modo di esprimere gli stessi momenti di gioia.
Questa difficoltà di comprendere l’unicità di ogni persona e di accettare il modo di vivere e agire dell’altro genera inevitabilmente conflitti, qualche volta occasionali, altre volte duraturi e distruttivi.
Prova ora a pensare alla tua esperienza.
Sei fra coloro che, quando provano fastidio per i “modi di fare” e le reazioni di un amico o conoscente, cercano di intervenire, più o meno esplicitamente, per fargli cambiare idea o atteggiamento?
Ti capita di rimproverare le persone, quelle con le quali hai più confidenza, precisando che tu ti saresti comportato molto diversamente in quell’occasione, avresti detto cose diverse, avresti agito in altro modo?
Oppure sei fra quelli che subiscono?
Recentemente ti sei sentito dire frasi come “sorridi troppo”, “piangi troppo”, “sei poco cordiale, sei troppo gentile….” (la lista è lunga e so che tu puoi aggiungere molti esempi tratti dalla tua esperienza) e amaramente ti sei sforzato di modificare il tuo modo di fare, solo per compiacere chi ti stava giudicando?
Perché per ogni essere giudicante, c’è, dall’altra parte, una persona che subisce passivamente, e spesso dolorosamente, queste pressioni.
Quando incontro queste persone mi raccontano di sentirsi “sbagliate”. Di non essere capite e di provare disagio quando devono parlare, esprimere la loro opinione e in generale mostrarsi per ciò che sono.
Quanto sforzo ci vuole per apparire come non si è, per modificare il proprio modo di pensare e di vivere la vita?
Eppure moltissime persone si sforzano per compiacere, a discapito dell’autenticità.
Accade nella vita personale e spesso anche nel lavoro.
Quando lavoro su queste tematiche con piccoli gruppi di persone, in azienda o in un contesto familiare, trovo efficace fare un esercizio di osservazione.
Mostro loro un dipinto. Lascio che ogni persona lo osservi qualche minuto in silenzio e poi condivida con tutti gli altri ciò che ha visto, che racconti le proprie sensazioni, le proprie interpretazioni, descriva i particolari notati.
C’è chi evidenzia particolari visivi, chi si sofferma sulle emozioni provate, chi interpreta che cosa l’autore volesse comunicare.
Non esiste una descrizione identica. Non mi è mai capitato e so che non potrà capitare.
Le persone raccontano ciò che vedono in base alle parole che hanno a disposizione, ai pensieri che hanno in quel momento, al flusso di emozioni che stanno vivendo, alle convinzioni, all’esperienza personale, ai valori, all’educazione e all’ambiente in cui hanno vissuto.
Scopriamo così, con grande stupore da parte di tutti, che quel quadro si trasforma in tanti dipinti, tutti diversi. Uno per ogni persona che lo osserva e lo descrive.
Come per il quadro dell’esercizio, allo stesso modo ognuno di noi ha una sua interpretazione personale, assolutamente soggettiva della realtà.
Ognuno di noi agisce e reagisce in maniera totalmente diversa, personale, unica e irripetibile.
Come puoi allora imparare a comprendere, senza provar fastidio, e accettare pienamente il modo di essere e di rapportarsi degli altri? Come puoi evitare la prevaricazione di qualcuno che vuol farti sentire sbagliato, solo perché vedi e vivi le cose in modo diverso?
Innanzitutto, che tu sia “giudice” o “giudicato”, puoi cominciare ad abbandonare la presunzione di voler interpretare il vissuto degli altri esclusivamente attraverso i tuoi occhi, le tue emozioni e il tuo sentire.
Il tuo DNA, l’ambiente e la tua educazione fanno ciò che sei e come pensi. Nessun altro essere vivente potrà essere identico a te.
Tu non possiedi un modo giusto o sbagliato di vedere le cose. Semplicemente le vedi e le vivi come nessun altro può fare.
L’unico modo per aprirti davvero agli altri è smettere di leggere la realtà e di interpretare secondo il tuo unico metro di valutazione. L’unico modo è accogliere l’unicità dell’altro. Ascoltare empaticamente chi ti sta di fronte, per raccogliere ogni sua parola, ogni sua emozione. Ascoltare ciò che sente l’altro e come sente l’altro. Calarti totalmente nella sua realtà. Entrare nei suoi panni.
Certo non è processo immediato. E’ necessario un percorso di accettazione dell’unicità, prima di sé e poi dell’altro. Rivendicare il diritto di poter essere autentici.
Il coaching è certamente una delle metodologie più immediate ed efficaci.
Dopo un percorso di life o di business coaching sei disposto ad ascoltare diversamente chi ti sta di fronte. Smetti di infastidirti per i modi di fare degli altri, smetti di giudicare oppure abbandoni il pensiero di essere sbagliato. Dimentichi di confrontarti e non concedi a nessuno il potere di condizionare la tua vita.
Se vuoi approfondire l’argomento ti consiglio di leggere anche l’articolo del blog http://www.annamelas.it/la-meraviglia-dellessere-umano
Anna